mercoledì 17 settembre 2014

Ma siamo sicuri che Madre Teresa sia stata una santa donna?


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mothertheresa
Di Franco Fracassi
Era il 3 dicembre 1984, e tra le case della città indiana di Bhopal si insinuò una nuvola prodotta dalla fuoriuscita di isocianato di metile dalla fabbrica di una multinazionale statunitense, la Union Carbide. Quindicimila uomini, donne e bambini risultarono morti. Decine di migliaia furono feriti o segnati per sempre dalla contaminazione chimica. La fondatrice della congregazione delle “missionarie della carità”, conosciuta al mondo come Madre Teresa di Calcutta, giunse sul posto pochi giorno dopo il disastro. «Sono accorsa per soccorrere i morenti. Nei loro volti scorgo il volto di Cristo». I giornalisti si affrettarono a chiederle una condanna delle azioni Union Carbide, responsabile della strage. «Non ho niente da dire in proposito. Quello che è accaduto è frutto del disegno di Dio. Non mi immischierò in questioni politiche».
In attesa di santificazione, intorno alla beata Madre Teresa è stato costruito un vero e proprio circo agiografico, legato a una macchina da soldi planetaria, costruita intorno a gadget, libri, dvd e beneficenza in favore della costruzione di nuovi conventi delle “missionarie della carità”. Siamo abituati a considerare Madre Teresa come a una benefattrice instancabile. Ci viene raccontata come «una luminosa messaggera dell’amore». Una suorina vocata all’assistenza dei poveri tra i poveri. Che si impegnava in prima persona nella costruzione di ospedali, portando assistenza medica ai bisognosi. Instancabile, pure, nell’accogliere orfani da tutta l’India, nel dargli un rifugio e un’educazione.
I media raramente ci hanno raccontato delle effettive opere di bene fatte dalla suora albanese e dalle sue seguaci, delle denunce che la congregazione aveva subito, della stretta amicizia che Madre Teresa aveva con i potenti del mondo (talvolta impresentabili), dell’intensa attività politica della suora a favore delle idee più retrograde a liberticide, di come sia stato utilizzato l’immenso tesoro accumulato in anni di raccolte fondi fatte in decine di Paesi di tutti i contenenti. Ha scritto sul Corriere della Sera dal teologo Sergio Quinzio: «Come dice il Vangelo, “Dio solo è buono” e gli uomini, anche i santi, hanno tutti le loro miserie. Non ripeto qui quelle che possono apparire tali nella religiosa di Calcutta. Personalmente, non sono andato oltre a ciò che alcuni sacerdoti indiani mi confermano: la regola molto aspra data alle sue consorelle, il suo autoritarismo, la questione degli enormi finanziamenti che riceve».

Madre Teresa Calcutta
Le autorevoli riviste “The Lancer” e “British Medial Journal” hanno criticato pesantemente i «metodi da campo di concentramento praticati nell’ospizio». Ai moribondi non veniva fornito alcun trattamento per lenire il dolore. Questi venivano costipati in brandine sudicie, privati di ogni comfort. «Gli ospiti della casa di Madre Teresa erano in balia di suore sprovviste di competenza medica, incapaci di afre diagnosi e di rispettare le più elementari precauzioni igieniche. Alcuni medici che hanno visitato la struttura, come il dottor Robin Fox, hanno riferito di aghi di siringa usati e riusati su diversi pazienti, sulla cattiva qualità di cure e di cibo», ha scritto il “British Medial Journal”. «Tra i malati incurabili finivano spesso anche poveracci, che sarebbero potuti guarire con le cure appropriate, ma che finivano anche loro per morire a causa delle infezioni e dell’inedia», ha aggiunto “The Lancer”.
Perché con le donazioni Madre Teresa non ha costruito un vero e proprio ospedale, con letti, medici e attrezzature? Le azioni gratuite, come il trasferimento di malati in altre strutture più idonee, o le visite di parenti e amici, erano state proibite da Madre Teresa. La sua unica vocazione era quella di imporre la sua dottrina antimaterialista. «Se accetti la sofferenza e la offri a Dio, ti darà gioia. La sofferenza è un grande dono di Dio», amava ripetere. Lei si opponeva alle cure mediche. Credeva fermamente che l’unica cura per i malati fosse la fede nei miracoli di Dio. «Molti volontari che si sono recati a Calcutta sono tornati terribilmente disillusi da quell’angolo di mondo che è stato presentato a tutti come il regno dell’amore», ha scritto il giornalista d’inchiesta britannico Christopher Hitchens. Anche per questo motivo Madre Teresa non ha mai finanziato la costruzione di un solo ospedale. La sua opera di carità si limita ad aver fondato e diretto un piccolo ospizio per moribondi (quaranta posti letto): il Nirmal Hriday.
Eppure, quando fu lei ad avere bisogno di cure si fece ricoverare nella Mayo Clinic di Jacksonville (in Florida) e in altri santuari statunitensi della medicina di lusso.


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