mercoledì 24 dicembre 2014

L’ingegneria del consenso


L’arma principale di cui dispone la propaganda è, senza ombra di dubbio, la persuasione, la più ingenua e la più scoperta fra le tecniche impiegate per distruggere le opinioni.
La massima espressione della persuasione è costituita dalla pubblicità, la forma di persuasione “tecnologicamente” più avanzata ed al cui modello stanno conformandosi tutte le forme di comunicazione [1].
In ”In Trust Us We’re Experts”, Stauber e Ramptonhanno raccolto alcuni dati convincenti che descrivono la scienza della creazione dell’opinione pubblica in America, facendo risalire la moderna influenza del pubblico all’inizio del secolo scorso e mettendo in rilievo il lavoro di tipi come Edward L. Bernays, da molti considerato il “padre della persuasione” e che ha influenzato anche Josef Goebbels, Ministro per la propaganda di Adolf Hitler.

igegneriadelconsenso1.1

L’ingegneria del consenso
All’inizio del XX secolo come teorizzato da Sigmund Freud, comincia ad emergere che la mente consta in larga misura di un inconscio il quale, molto probabilmente, alimenta il conscio con ciò che diverrà pensiero.
Si tratta della teoria del subconscio che Edward L. Bernays decide di sfruttare.
Egli definisce il suo approccio ”ingegneria del consenso”, basandosi sul lavoro dello stesso Freud (tra l’altro suo zio) e quindi attribuendo alle sue tecniche il termine scientifiche.
In ”Propaganda”, il suo libro più autorevole, Bernays afferma che la manipolazione delle masse è assolutamente necessaria affinché una democrazia funzioni [2].
Bernays paragona la massa ad ”un gregge che ha bisogno di venire guidato”, ed ha la stessa visione delle folle che si può riscontrare anche in altre Opere, fra cui la famosa ”Psicologia delle masse”, di Gustav Le Bon.
Egli però, non si limita ad affermare, come Le Bon, che le civiltà sono state create e guidate da una piccola aristocrazia intellettuale, e mai dalle folle che, in quanto istintive ed indisciplinate non hanno che la forza di distruggere, finendo, inevitabilmente, per essere dominate da elementi che hanno dell’anima delle folle una conoscenza istintiva, spesso sicurissima e che, conoscendola bene, ne diventano facilmente i padroni.

La manipolazione scientifica dell’opinione pubblica
Edward Bernays non si limita ad affermare che ”la democrazia è retta da una minoranza intelligente che sa come guidare e controllare le masse”.
Egli è certo che ”la manipolazione scientifica dell’opinione pubblica è necessaria per superare il caos e il conflitto in una società democratica” e che risultati migliori si otterranno se il controllo delle masse avverrà a loro insaputa.
Nel suo libro ”Propaganda”, Bernays affronta, senza tanti giri di parole, quella che il professor Charles Wright Mills definisce “élite al potere”, affermando che “La manipolazione consapevole e intelligente delle opinioni e delle abitudini organizzate delle masse costituisce un importante elemento di una società democratica. Coloro i quali manipolano questo impercettibile meccanismo sociale formano un Governo invisibile che costituisce il vero potere esecutivo del Paese. Noi siamo governati, le nostre mentalità plasmate, i nostri gusti modellati, le nostre idee suggerite in gran parte da gente di cui non abbiamo mai sentito parlare. Questo è il logico risultato del modo in cui la nostra società democratica è organizzata. Un vasto numero di esseri umani deve cooperare in questa maniera se si vuole vivere insieme come società che funziona in modo tranquillo. In quasi ogni azione della nostra vita quotidiana, sia questa nell’ambito della politica o degli affari, nel comportamento sociale o nel pensiero etico, siamo dominati da un numero relativamente piccolo di individui […] che comprendono i processi mentali e gli schemi sociali delle masse. Sono loro che manovrano i fili per controllare l’opinione pubblica. ” [3].

Il ruolo della comunicazione nella propaganda moderna
Bernays ha cercato di sviluppare una forma di comunicazione che, usando i sui stessi termini, potesse essere impiegata per controllare le masse ignare. Per farlo, ha portato avanti le teorie di Freud in modi che ancora non sono stati raggiunti dalla psicologia moderna.
L’approccio di Bernays consiste nel mettere in pratica le idee di Freud in maniera scientifica. Ha fatto dunque ricorso a scienziati comportamentali per studiare le reazioni umane a vari stimoli. Vari gruppi sono stati testati per analizzarne la reazione a certe parole, immagini ed altro; a partire da questa sofisticata analisi, sono stati sviluppati messaggi pubblicitari e condotti dei test.
In breve, Bernays ha rivoluzionato il mondo della pubblicità, delle attività promozionali e delle pubbliche relazioni, cambiando per sempre il significato attribuito alla parola propaganda, in precedenza ”rivelazione veritiera atta a contrastare l’ignoranza e la disinformazione”, trasformandolo nel senso moderno che la maggior parte di noi guarda con giusto sospetto.
Se Bernays è acclamato da molti quale “padre delle pubbliche relazioni”, è ad Ivy Lee, un ex giornalista, che viene riconosciuto lo sviluppo di tale settore così come lo intendiamo oggi. La forza del sistema delle PR diviene ben presto chiara anche ai Governi, che si accorgono di come i giornalisti, se prontamente informati dalle agenzie, siano spinti a non indagare per conto loro.
Se si confrontano le agenzie di PR con le notizie che effettivamente vengono pubblicate sui quotidiani, si vedrà che vengono spesso riprese alla lettera o quasi, e di solito senza indicare ai lettori che ciò che appare come un servizio giornalistico indipendente è in realtà un comunicato di un’agenzia di pubbliche relazioni [4].

Conclusione
La verifica delle fonti e l’utilizzo del senso critico sono ormai capacità atrofizzate dall’assumere passivamente il punto di vista delle poche agenzie che informano centinaia di paesi.
Considerando come assolute alcune fonti e ignorandone altre, l’informazione è già alterata in origine, derivando da un unico punto di vista, che nel contesto appare oggettivo.
Solo in rarissimi casi, attraverso uno o più mezzi di comunicazione, trapela qualche debole critica al sistema ma si tratta di quelle che, in gergo tecnico, sono definite “fessure controllate”, cioè critiche fatte ad hoc per generare nello spettatore fiducia nei media, ma che risultano per finire vaghe e discordanti [5].

Note
[1] ”Science” 158, “Unconscious Process and the Evoked Potential”, di Benjamin Libet
[2] ”Programmazione mentale – Dal lavaggio del cervello alla libertà di pensiero“, di Eldon Taylor, Edizioni il punto d’incontro, 30, 31
[3]“Propaganda: della manipolazione dell’opinione pubblica in democrazia”, di Edward L. Bernays, Bologna, Logo Fausto Lupetti, 2008
[4] “Creare le notizie”, tratto da “Fidati! Gli esperti siamo noi”, tratto da www.disinformazione.it
[5] I telegiornali di Pulcinella”, “La manipolazione dell’opinione pubblica nei Tg italiani”, di Antonella Randazzo, tratto da www.disinformazione.it

Nico Forconi
Fonte pandorando.it 
Tratto: morasta.it


loading...

Archivio blog

loading...